lunedì 29 febbraio 2016

MA QUALE NATURA?

Dopo lo stralcio della stepchild adoption dal decreto Cirinnà, leggo in vari luoghi commenti entusiastici per aver "salvato i bambini" da qualcosa che sarebbe andato "contro natura". Stesse considerazioni - sdegno, critiche e insulti in qualche caso - per la notizia, di ieri, del figliolo nato a Nichi Vendola e al suo compagno, tramite maternità surrogata negli USA (dove, ricordiamolo, è perfettamente legale)

La solfa è sempre quella: un bambino con due padri o due madri è "contro natura": metterlo al mondo significa snaturare la stessa essenza umana, perchè due uomini insieme o due donne insieme non possono procreare e quindi è innaturale che abbiano dei figli, anche adottivi.

Allora, al di la di quelli che considerano "naturale" solo quello che sta scritto nella Bibbia, mi sono messa a pensare a questo concetto di natura o naturale.

E mi sono accorta che queste due parole in un tale contesto vengono sempre scritte (o intese) con la lettera maiuscola. La Natura ha deciso che... dando quindi al termine una connotazione spirituale e/o religiosa. Come di un ente superiore, che ci da le proprie regole. Alcuni dicono anche l' Universo (sempre maiuscolo) con questa accezione.

LA Natura non consente a due esseri dello stesso sesso di procreare. Verissimo. Ma io direi che qui parliamo di natura, con la n  minuscola. Non è spirito, non è religione, è materia. Biologia. Genetica.

Si, è vero: la natura, la vita (sempre con la v minuscola) ha deciso ad un certo punto della propria storia che la riproduzione sessuale, invece di quella per partenogenesi, offriva maggiori possibilità di conservazione della specie, per ragioni legate alla variabilità del corredo genetico.

La riproduzione per suddivisione cellulare da come esito individui figli esattamente identici al genitore. Questo fa si che se un genitore è "malato", ovvero ha qualche disfunzione, questa si perpetui per tutte le generazioni a venire. Per non parlare dei problemi causati dai sempre possibili errori di "copia" del patrimonio genetico del genitore.
Oh, sia chiaro che dico genitore e figlio, ma stiamo parlando di esseri viventi primitivi e soprattutto unicellulari!

Con la riproduzione sessuale invece questo inconveniente si supera, almeno in parte.
Ogni genitore, regala alfiglio solo metà del patrimonio genetico, quindi la possibilità di passare una eventuale disfunzione si riduce del 50%. Poi, non è esattamente così, bisognerebbe entrare nel discorso dei geni recessivi e dominanti, ma comunque è inferiore al 100% che da un punto di vista evolutivo è un bel vantaggio. Si capisce anche guardando ad esempio quello che succede(va) in alcune famiglie regnanti del lontano passato, quando era uso sposarsi tra consanguinei diretti (fratelli e sorelle, o cugini di primo grado) tra cui la variazione genetica era minima: la possibilità di generare figli con qualche tara era assai più elevata della media.

Quindi si: la natura, la vita, richiedono che vi siano un maschio e una femmina per generare un figlio, DA UN PUNTO DI VISTA BIOLOGICO E GENETICO.

Ora, tutti i bambini già esistenti nonchè tutti quelli futuri - inclusi quelli generati con una maternità surrogata - sono bambini "fatti così", derivanti cioè dalla mescolanza genetica di un maschio e una femmina. Cioè sono "naturali", sono come la natura vuole che siano. Sono perfetti.

Questo nulla ha a che vedere col modo in cui verranno cresciuti e amati una volta che arrivano in questo mondo. La natura, e nemmeno la Natura, non si è mai espressa su questo. Anzi. Direi che la famiglia nucleare (padre, madre, figli che vivono in una casa propria) è una invenzione relativamente moderna, diciamo nata con l'industrializzazione. Prima, le famiglie vivevano spesso in grandi abitazioni che ospitavano varie generazioni di famigliari e i bambini erano un po' di tutti: genitori, zii, nonni, cugini maggiori ecc.... mia madre ricordo diceva "per crescere un bambino ci vuole un villaggio" proèrio per sottolineare questa "poprietà condivisa" dei figlioli che erano un po' di tutti. Ci sono poi tradizioni e situazioni (relative a popolazioni più primitive di quanto non siamo noi in Europa oggi, il che dovrebbe forse farle sembrare più "naturali") in cui i figli vivono con la famiglia della madre, il padre non entra quasi per niente nell'educazione o nella gestione del figliolo se non quando esso entra nell'età adulta.
E non dimentichiamo che anche qui nella nostra civile europa abbiamo avuto la nostra dose di guerre, e lunghi periodi in cui gli uomini erano quasi totalmente indisponibili, o a combattere o deceduti.

Mio suocero, ad esempio, è stato cresciuto da tre donne proprio per questo motivo.
E non è che sia diventato gay, non è stato sfottuto o sottpposto ad angherie di vario genere per il fatto di avere "tre mamme". E' diventato un normalissimo uomo adulto, si è sposato, ha avuto ben tre figlioli di cui due sposati (uno con me!) ed è 4 volte nonno.

E dunque, di cosa stiamo parlando?

Stiamo dicendo che due persone dello stesso sesso non possono crescere dei bambini sulla base di un concetto di famiglia tradizionale che di tradizionale non ha nulla, esistendo da 200 anni circa - contro circa 40.000 di evoluzione della specie umana.

Stiamo dicendo che due persone dello stesso sesso non possono crescere dei bamnbini sulla base di un concetto di famiglia "naturale" che ha a che fare solo con l'aspetto genetico della procreazione, ma assolutamente non con quello emotivo, come generazioni e generazioni di uomini e donne cresciuti solo con madri e sorelle e nonne ancor oggi dimostrano.

Stiamo dicendo che due persone dello stesso sesso non possono crescere dei bambini, ma non stiamo completando la definizione: quello che veramente intendiamo è che due persone dello stesso sesso CHE SCOPANO TRA LORO, non posso no crescere dei bambini  perchè se io crescessi i miei figli insieme a  mia sorella nessuno troverebbe nulla da ridire.

Per come la vedo io si tratta solo di omofobia ed ignoranza.