martedì 8 settembre 2015

AYLAN

La fotografia la abbiamo vista tutti, e non la pubblicherò di nuovo.
Un bimbo riverso sulla spiaggia, una magliettina rossa, un paio di pantaloncini blu.
Le piccole braccia abbandonate lungo i fianchi, il viso pietosamente girato in sfavore di obiettivo.
Aylan.

Tutti ne parlano, tutti si battono il petto per questo bimbo che è solo uno dei tanti (è morto insieme a suo fratello e alla sua mamma, lasciando un padre che per sempre vivrà con il dolore di non essere riuscito a trattenerli quando la barca si è rovesciata) ma che è diventato il simbolo dell'abominio infinito della guerra, come già fu Kim Phuc, la bambina che scappava nuda dal napalm americano sul suo villaggio vietnamita (giusto per ricordare che noi occidentali siamo comunque "i buoni")

Io sono una madre e sebbene sappia nel profondo di me stessa che la guerra è la peggior infamia dell'essere umano, devo ammettere che vederla attraverso i bambini mi colpisce più violentemente.

Perchè vedete, il mio figlio più piccolo ha 8 anni, e quello grande 15.
Loro sono cresciuti in una casa, con delle mura che non sono mai cadute.
Hanno avuto il necessario per nutrirsi e coprirsi, ed anche il superfluo. E addirittura l'inutile.
Ogni mattina brontolando vanno a scuola, studiano (quasi) gratuitamente, imparano a scrivere, leggere, conoscere il mondo. Al pomeriggio fanno sport, giocano con gli amici, vanno a spasso, mangiano la pizza e bevono una coca. I loro problemi che sembrano insormontabili sono facezie, sciocchezze. I miei figli vivono, hanno un presente, hanno un futuro.

E perchè ce l'hanno?
Per pura fortuna. Solo per questo.
Perchè siamo nati dalla parte giusta del metiterraneo.
Senza merito, solo un caso. Un tiro di dadi fortunato del destino.
Noi si, loro no.

Aylan aveva una casa con papà, mamma e fratellino. Come i miei figli.
La differenza è che un giorno, la casa di Aylan è diventata così:


 


Niente giochi, le bombe li hanno distrutti
niente scuola, è crollata
niente pallone da far rimbalzare contro i muri, perchè i muri non ci sono più
niente amici, sono morti
niente mamma, è morta
niente fratello, è morto
niente presente, è stato distrutto dalla guerra
niente futuro, è stato rubato dal mare.

Queste sono persone che perdono tutto, nel terrore e nell'agonia.
Cosa deve essere sentire arrivare le bombe? E non sapere se sarai vivo di li 5 minuti, o se lo saranno i tuoi figli? Chiedetelo a qualche nonno che era giovane nel 1945! Io l'ho fatto.

Ma a questa gente spesso e volentieri non viene concesso nemmeno il lusso di scappare da questo inferno sulla terra.
Perchè con poche eccezioni, i profughi sono un problema, e nessuno li vuole.
Qualcuno, a quanto pare, addirittura in queste ore li scheda, li marchia.

Ma vi rendete conto? Guardate la foto, guardatela bene, e poi ditemi che i profughi sono un problema per noi. Che siamo noi - italiani, francesi, rumeni... - che abbiamo un problema. Ditemelo.

Abbiate il coraggio, dietro le vostre tazze di cappuccino fumante, con in mano la vostra brioche mattutina, mentre accompagnate all'asilo i vostri bambini lindi puliti e pasciuti, di dirmi che avete un problema profughi.

Ditemi di nuovo che vi fanno schifo, che non volete averli vicino perchè hanno i pidocchi.
I pidocchi? Ma che livello di priorità ritenete che possano avere i pidocchi davanti ad un genocidio?


Viviamo nella più bella parte del mondo, siamo fortunati, siamo ricchi e grassi, e abbiamo dimenticato.

Abbiamo dimenticato compassione e pietà
abbiamo dimenticato cosa sia la solidarietà
abbiamo dimenticato tutto, chi siamo.

Abbiamo avuto la sfacciata immeritata immensa fortuna di essere nati per un colpo di culo della sorte in un paese in pace e pensiamo di averene l'inalienabile diritto. Pensiamo di essere migliori di queste persone che arrivano sporche e malate dopo aver attraversato la terra o li mare ed aver visto il loro mondo andare in pezzi.

Pensiamo di avere il diritto di chiuder loro la porta in faccia perchè non turbino il nostro giardinello curato coi fiorellini di carta che alla prima pioggia, sappiatelo, si sfasceranno come le nostre anime egoiste.

Siamo stati così favoriti, ci siamo così cristallizzati nell'effimera perfezione della nostra vita che non siamo capaci di tendere una mano a persone che stanno morendo a migliaia.
No, non è che non siamo capaci... è che proprio non vogliamo restituire un po' di quel favore che la sorte ci ha dimostrato facendoci italiani, inglesi, francesi anzichè curdi, somali, siriani.

Qualcuno magari vedendo il piccolo Aylan morto sulla battigia avrà addirittura gioito al grido di "uno di meno". Ci scommetto. Qualcuno che poi sarà andato in cameretta a baciare suo figlio addormentato nel lettino con le lenzuoline di Saetta Mc Queen o di Frozen senza provare il minimo rimorso.

Anime buone nemmeno per l'inferno.













3 commenti:

  1. Purtroppo quei personaggi li' esistono ...
    il solito razzista con la felpa con la sua faccia da salvino barbuto che secondo me nemmeno si lava avrá molto probabilmente iniziato i varii coretti che inneggiavano ai migranti morti... quella foto del bambino morto sulla spiaggia era ed è davvero tremenda... e lo sai cosa.. puffola, purtroppo chissá quante altre centinaia di bambini piccoli e piccolissimi sono morti annegati nel mare o sfiniti per esaustione o scagliati in mare dagli scafisti o ancora sotto le bombe... e noialtri nemmeno ce ne rendiamo conto perche' non li vediamo ... diciamo che il caso di Aylan è diventato emblematico soprattutto per la fortunata coincidenza, nella disgrazia, che un fotogiornalista sia riuscito a documentare quel momento e si sia trovato nel momento giusto e con l'attrezzatura e poi la foto giustamente ha fatto progressivamente il giro delle agenzie mondiali per via della sua forza espressiva.

    A quel pezzo di merda "padano" con la faccia da animale, le felpe inneggianti al razzismo
    e l'anima nera come il suo buco del culo invece auguro di fare una brutta morte... ma proprio brutta.
    Se la merita tutta.

    Quell' altro pezzo di tolla dell' umberto a furia di sbraitare oscenitá senza senso si è beccato l' ictus e l' emiparesi
    al salvino nazionale invece .. cosa toccherá ?


    RispondiElimina
  2. Peraltro oggi ricorre anche l' anniversario dell' armistizio letto con voce stentorea da quel gran pezzo di tolla di badoglio ...

    Ricorreva l' otto settembre 1943 ... e i libri di storia riportano che mentre l itaglia, martoriata dai bombardamenti anglo-americani si arrabattava tra le macerie fumanti... il maresciallo badoglio leggeva al calduccio della residenza savoia il proclama d' armistizio piu' assurdo, criptico, ipocrita e vigliacco che memoria d' uomo ricordi.... intanto nella notte tra l 8 e il 9 settembre il coniglio reale col maresciallo al seguito abbandonava la capitale di soppiatto in abiti borghesi.... lasciano nello sbando piu' completo le truppe italiche di terra e di mare senza ordini ne' direzione... in mano agli occupanti.


    Italioti.... gran pezzi de mmmm.....


    PS. Almeno vi siete liberati dai savoia che è giá qualcosa...

    Se vi liberate anche dei salvini ... forse fate un altro mezzo passo avanti...

    (forse)

    RispondiElimina